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Obiettivo conseguito?

Uranio impoverito

Uranio impoverito
E' un materiale di scarto del processo di arrichimento dell'uranio naturale (aumento della radioattività - uso bellico e centrali nucleari per la produzione di energia elettrica), debolmente radioattivo detto "uranio impoverito". Ha una elevata densità (sono circa 106 di tonnelate le quantità disponibili nei depositi) viene utilizzato nella costruzione dei proiettili, blindatura e schematura di ambienti. La sua caratteristica di incendiarsi a temperatura ambiente è molto apprezzata nell'uso bellico, i proiettili eplodendo si trasformano in particelle incandescenti radiattive ed estremamente volatili (disperdibili nell'aria circostante). Le conseguende derivanti dalle radiazioni riguardano un'ampia zona circostante e per un tempo mediamente lungo. Le conseguenze possono essere varie e di varia natura (i dati epidemiologici sono ancora scarsi) spesso con interpretazioni contrastanti. Le conseguenze a lungo termine derivanti dall'esposizione sia cronica che acuta con U impoverito si sa molto poco.
E' indubbio che al momento dell'esplosione si ha una volatilizzazione di materiale radiattivo e dispersione sotto forma di aerosol e polveri fini. Il loro effetto long life si può avere anche a distanza di anni, le patologie associabili sono nefriti e epatiti croniche, gastriti e altri sintomi, nei casi più gravi neoplasie. «Limitazioni di esposizione delle persone alle contaminazioni aeree» sono: «Uranio (naturale), composti solubili e insolubili = 0,20 milligrammi (espressi in U puro) per metro cubo».