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Perchè smettere di fumare

1) Fumo e depressione. Secondo uno studio pubblicato da Archives of General Psychiatry, i grandi fumatori (oltre un pacchetto al giorno) hanno probabilità doppie rispetto ai non fumatori di cadere in grave depressione. Lo studio, durato 5 anni su circa 1000 soggetti, ha anche rivelato che i fumatori irregolari affetti da depressione tendono ad aumentare il consumo di sigarette fino a diventare fumatori accaniti. Il fumo sulle prime riduce gli effetti della depressione ma a lungo andare li accentua, proprio come qualsiasi altra droga.

2) Il fumo non fa dimagrire. Una delle tante scuse: il fuma aiuta a mantenere il peso o facilita la dieta. In uno studio condotto all'Università di Menphis (Journal of Consulting and Clinical Psycology), i ricercatori hanno seguito oltre 4000 persone per 7 anni, scoprendo che la maggior parte di esse ha finito per ingrassare, indipendentemente dal tabacco. Aumento medio del peso in 7 anni, 5 Kg, , ma un terzo del gruppo è ingrassato di 10 Kg. La dieta all'americana è più forte della nicotina.

1) I figli dei fumatori diventano fumatori. I bambini tendono ad imitare i comportamenti dei genitori ( soprattutto se negativi). Ricercatori australiani hanno pubblicato uno studio nel Journal of Pediatrics da cui risulta che i bambini in età prescolare con i genitori che fumano trovano il fumo molto sofisticato, di moda e distintivo. Oltre la metà di loro ha anche affermato di aspirare alla sigaretta, nell'età adulta.Un altro studio sempre australiano ha anche rivelato che i figli dei fumatori tendono ad essere meno attivi fisicamente, a non fare sport, a guardare ore e ore di televisione e in genere ad avere comportamenti igienici meno salutari , dieta inclusa.

4) Smettere di fumare fa bene. Qualsiasi perodo di sospensione del fumo, anche se di poche settimane, migliora le condizioni dei polmoni. La scoperta è di ricercatori canadesi ( sul Journal of Clinical Epidemiology) che hanno determinato come anche periodi brevi di interruzione dell'avvelenamento cronico da fumo possono ripristinare l'attività dei polmoni in quantità misurabili. Quindi, non scoraggiarsi se si fallisce nel tentativo di smettere; anzi, quanto più frequenti sono i tentativi, tanto meglio stanno i polmoni. A proposito, la gran parte dei fumatori, prima di riuscire a sconfiggere la dipendenza da nicotina, fa almeno tre tentativi seri (sei mesi o più senza fumare). La dipendenza fisica della nicotina è più ardua da sconfiggere che quella da eroina e altri oppiacei.

5) Cervello in fumo. Il fumo contribuisce al declino della memoria e altre abilità funzionali del cervello. Al congresso annuale della American Academy of Neurology, esperti danesi hanno riferito i primi risultati di uno studio su oltre 9000 soggetti. Ebbene, i fumatori correnti mostrano un declino della memoria a breve termine e di altre facoltà mentali più rapido dei non-fumatori

6) Fumo e gravidanze ectopiche. Oltre ad aver portato le donne ad uguagliare i maschi nelle percenuali del cancro al polmone, il fumo aumenta i rischi anche per la salute femminile, non ultimo quello delle gravidanze extrauterine. I motivi non sono chiari, ma è certo che le donne che fumano un pacchetto di sigerette al giorno rischiano 3,5 volte in più che l'ovocito venga fertilizzato all'esterno dell'utero. Per proteggere il feto bisogna smettere di fumare anche durante la fase di concepimento e non solo in gravidanza.

7) Fumo e menopausa. Le donne che fumano più di 10 sigarette al giorno hanno il 40% in più di probabilità di manifestare sintomi di menopausa precoce. in media, l'anticipo è di 9 mesi rispetto alle non fumatrici.

8) Fumo e fertilità maschile. Il fumo probabilmente danneggia il seme maschile. Era noto che chi fuma ha un numero di spermatozoi inferiori rispetto alla norma, ma sorgono nuovi ed evidenti rischi dovuti a mutazioni geniche legate probabilmente proprio al fumo.

9) Fumo e malattie cardiache. Chi fuma da almeno 11 anni ha un flusso sanguigno verso il cuore nferiore del 14% rispetto ai non fumatori, nessuno dei soggetti osservati mostrava i tipici segnali di pericolo associati con le malattie cardiache, quali dolori al petto e fiatone. La riduzione del flusso si manifesta anche quando non vi sono occlusioni apparenti nelle coronarie.